Venerdì 11 aprile sotto la guida dell’arch. Stefano Cusatelli
L’Accademia ha origine da una scuola di pittura chiamata “Lombarda” che Don Filippo di Borbone, secondogenito di Elisabetta Farnese, regina di Spagna, e marito di Luisa Elisabetta, primogenita di Luigi XV, re di Francia volle convertire in istituzione accademica a metà Settecento (1752). I primi docenti dell’Accademia furono Giuseppe Baldrighi, Jean Baptiste Boudard, Ennemond Alexandre Petitot e Antonio Bresciani, A. Du Bois, F. Ravanet, F. Grassi, in gran parte artisti già operanti nel Ducato. L’istituzione bandì famosi concorsi, senza interruzione dal 1759 al 1796. In quello di pittura del 1771 partecipò anche Francesco Goya, che fu l’unico segnalato dopo il vincitore, il vogherese Paolo Borroni. Ai suoi Statuti si ispirarono le Costituzioni delle Accademie Artistiche delle città più evolute d’Europa. L’abate e poeta Arcadico Carlo Innocenzo Frugoni ne fu nominato segretario perpetuo.
Soppressa nel 1802, l’Accademia venne ripristinata nel 1816 da Maria Luigia d’Austria dopo varie vicissitudini di ordine politico.
Nel 1936 fu nominata “Regia Accademia” e nel 1973 assunse l’attuale denominazione di “Accademia Nazionale di Belle Arti”.
L’ultimo suo Statuto emesso risale al 1973 e stabilisce che le sue finalità primarie devono essere la pratica e la valorizzazione dell’arte, favorendo l’incremento della cultura artistica e promuovendo tutte le iniziative atte a divulgarne la conoscenza.
L’Archivio si configura come preziosa fonte storiografica in materia di arte dei secoli XVIII e XIX, senza dimenticare la raccolta pittorica di opere ottocentesche che possiamo trovare nelle stanze al primo piano del Palazzo della Pilotta. Tra il materiale conservato, vanno menzionati per importanza disegni di nudo, alcuni disegni di scultura e saggi di architettura.
Vi si possono ammirare centinaia di opere d’arte esposte, tra cui sculture e dipinti di grandi protagonisti della storia dell’arte, oltre a incisioni, progetti architettonici, scenografie e oggetti di vario genere anche del XX secolo.
Tra gli artisti che hanno gravitato e gravitano attorno all’Accademia si ricordano: Latino e Aristide Barilli, Ettore Ximenes, Amedeo Bocchi, Luigi Froni, Giuseppe Drugman, Claudio Spattini, Riccardo Fainardi, Renato Vernizzi, Nando Negri.
La visita ha suscitato il vivo interesse dei partecipanti che hanno rivisto dopo la recente sistemazione o conosciuto per la prima volta il ricco patrimonio dell’Archivio, riaperto per merito di volontari appassionati dell’arte. L’accoglienza dell’ex preside Enore Valdessalici, la competenza e la disponibilità dell’arch. Cusatelli e della scultrice Alda Jucci Ugolotti hanno reso l’iniziativa molto gradita e hanno completato il percorso, iniziato nella chiesa di Sant’Antonio Abate, sugli artisti dell’Accademia Parmense.
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