Conferenza di Lucia Fornari Schianchi
Il 23 febbraio 2015 la dott.ssa Lucia Fornari Schianchi ha aperto, alla presenza delle Autorità (tra gli invitati, abbiamo gradito l’attenta partecipazione dell’assessore dott.ssa Laura Maria Ferraris) e di un pubblico numeroso e fortemente interessato, la nuova stagione dei Lunedì della Dante sul tema: “La Galleria Nazionale di Parma. Trasformazione di un museo”.
Ha premesso che i mutamenti sono inevitabili in tutti i settori e di conseguenza anche i musei si trasformano. Le cause sono molteplici e, tra queste, anche una recente normativa che prevede in Italia solo 20 musei di grande interesse nazionale: fra essi, purtroppo, non è contemplata la Galleria Nazionale di Parma, che perderà autonomia amministrativa e di programmazione. I tagli governativi degli ultimi anni hanno decurtato anche alla cultura gli stanziamenti statali, che si aggirano attorno allo 0,2 del PIL e sono visibilmente inferiori agli altri Paesi europei e questa ultima riorganizzazione ha chiaramente come obiettivo altri risparmi, in linea con le intenzioni della nostra classe politica. Ma si possono considerare risparmi detti tagli?
La Galleria Nazionale e la Biblioteca Palatina (anch’essa “declassata”) funzioneranno sì come prima e il pubblico, apparentemente, non risentirà del cambiamento, ma le nostre due istituzioni perderanno l’autonomia e con molta probabilità saranno in connessione rispettivamente con il polo museale dell’Emilia Romagna, si suppone Bologna, e quello di Roma.
Fino ad oggi le Direzioni dei due musei ne hanno espresso il segno, l’identità e ne hanno valorizzato l’unicità artistica e territoriale. Questa era la loro funzione, la loro peculiarità e questo è ciò che, purtroppo, verrà meno.
Essere nell’elenco dei 20 musei di grande interesse nazionale significa avere primato sul turismo, dare cultura, ricevere visibilità e finanziamenti, muovere interessi ed economia. Addolora tutti noi non essere in questo elenco ministeriale.
Per Fornari Schianchi la cultura è la più grande infrastruttura del Paese. I turisti vengono in Italia per ammirare questa civiltà che si è stratificata a poco a poco per lavoro, competenza, gusto, arte, in un contesto ambientale altrettanto sublime, anche se oggi ne vediamo desolatamente i guasti e l’incuria.
L’Italia – afferma la relatrice con profonda convinzione – è un museo naturale e antropizzato, con panorami incantevoli e con opere d’arte nelle chiese, nei palazzi e nei teatri.
E continua – Ma qual è l’utilità di un museo? Ci siamo disabituati a guardare, a vedere e a capire, mentre chi ancora sa vedere può dialogare con quanto ha davanti agli occhi e il paesaggio gli risponde in una lingua sua propria e così anche un quadro.
Non è certamente facile il rapporto con il museo, dovremmo abituarci a frequentarlo per passare dall’esperienza alla conoscenza e, quindi, al sapere. Solo a questo punto saremo in grado di coglierne la filosofia, la storia, la geografia, le scienze, l’economia: la bellezza.
E soprattutto sapremo amarlo e rispettarlo.
Il nostro museo di Parma è ancora più ostico, perché si trova in un palazzo molto austero, di grandezza fuori scala rispetto al centro storico della città. La Pilotta, infatti, con i suoi muri, i cortili, i saloni immensi, il magnifico teatro e le scuderie doveva rappresentare il potere della dinastia Farnese ed impressionare cittadini e forestieri. Qui sono conservate le raccolte più prestigiose di quadri, libri e reperti archeologici, ma la sua storia è un susseguirsi di trasformazioni. La Galleria Nazionale, in particolare, perde le sue collezioni preziose più volte e le ricostituisce; viene bombardata e ristrutturata; cambia destinazione agli ambienti e inventa percorsi che intrecciano architetture antiche a moderne, materiali tradizionali con altri innovativi. Subisce devastazioni, si rinnova e guarda avanti per conservare un patrimonio inestimabile.
La Pinacoteca custodisce tesori che dal Medioevo arrivano all’800, opere di pittori di altissimo valore da Spinello Aretino a El Greco, da Cima da Conegliano a Correggio, da Parmigianino a Schedoni, da Bellotto a Canaletto e le istituzioni e i cittadini tutti devono esserne i difensori.
Quali conseguenze avrà la prossima trasformazione?
LC
ultimo aggiornamento della pagina: 15 marzo 2015