Ricordo della prof. Lara Albanese

Ha suscitato in noi un sentimento di profondo cordoglio la notizia della scomparsa di Lara Albanese, divulgatrice scientifica e scrittrice molto nota a Parma.

La Dante di Parma ricorda affettuosamente la professoressa che è stata puntuale relatrice in due brillanti conferenze culturali, qui riprese in Sua memoria.

Dal 10 gennaio 2020
Terra chiama luna
Relatrice: Lara Albanese

Non giurare sulla luna, l’incostante luna che si trasforma ogni mese nella sua sfera, per paura che anche il tuo amore si dimostri, come la stessa luna, mutevole.
(Shakespeare, Romeo e Giulietta)

Il pomeriggio del 9 dicembre 2019 si apre con un dialogo molto affettuoso ed ironico tra il prof. Francesco Soncini e Lara Albanese, sua alunna intelligentissima e fuori dagli schemi, alla scuola Media.

L’astrofisica, autrice, tra l’altro, di numerosi libri di divulgazione scientifica rivolti ai bambini, passa quindi a parlare del cielo, che per un verso è molto rassicurante in quanto la posizione delle stelle cambia in circa cento anni, mentre dall’altro inquieta perché luna e pianeti si muovono assai vistosamente. Gli antichi ne erano sgomenti e li studiavano, in particolare scrutavano il nostro satellite per carpirne i segreti, come testimonia il disco di Nebra (Germania) del 2000 a.C., Età del Bronzo, una delle più antiche rappresentazioni del cielo. Questo è un importantissimo reperto archeologico che racchiude i simboli di un tema profondamente religioso come il sole e la luna.

Anche le fasi lunari sono state fonte di perplessità e oggetto di studi e di ricerca. Esse, invero, descrivono il diverso aspetto che la Luna mostra verso la Terra durante il suo moto, causate a loro volta dal suo diverso orientamento rispetto al Sole. Queste si ripetono in un intervallo di tempo detto “mese sinodico”, pari a circa 29 giorni. Per rendere più chiaro il concetto la relatrice ne dà dimostrazione utilizzando una sfera metà bianca e metà nera.

In seguito ci ricorda che sulla terra si vede sempre la stessa faccia della luna (a causa dei moti che compiono i due astri) e ci informa che le due facce lunari hanno caratteristiche molto diverse. Quella nascosta non presenta mari né zone oscure, ha poche pianure e piccoli crateri, è rivestita da una crosta rocciosa di 70 km di spessore contro i 40 dell’altra.

Fra gli scienziati che hanno studiato a fondo il cielo, Lara Albanese cita Galileo Galilei che con l’uso del telescopio aveva rilevato le uguaglianze tra la luna e la terra e che, con un semplice retino, era riuscito a disegnare carte molto precise.

Ma la luna non ha interessato solo gli scienziati, ha ispirato da sempre artisti, agricoltori e innamorati che vi hanno cercato ispirazione, indicazioni per il loro lavoro, conforto per le gioie o le pene d’amore.

La luna a differenza delle stelle ha influenza sulla terra: le maree sentono sicuramente i suoi influssi. Meno scientifiche le credenze popolari secondo le quali si devono seguire le sue fasi per seminare e imbottigliare o per tagliarsi i capelli.

Anche le donne incinte guardano alla luna piena per stabilire la data della nascita del figlio che portano in grembo.

La relatrice passa poi ad elencarci i numerosi viaggi compiuti nello spazio, prima frutto della fantasia di scrittori e registi, poi viaggi reali nati dalla capacità scientifica e dalla determinazione dell’uomo, in un crescendo di emulazione tra superpotenze. Sonde, razzi, missili, satelliti, senza viaggiatori, poi con animali e infine con l’uomo a bordo.

Si sofferma sul lancio dell’Apollo 11, esattamente 50 anni fa, che andò a buon fine nonostante “piccoli” incidenti; parla diffusamente di Michael Collins, l’astronauta che non mise piede sulla luna ma che fu essenziale per il lieto fine dell’impresa e riportò a casa Neil Armstrong, la prima persona a calpestare il suolo lunare il 20 luglio 1969 insieme col pilota del modulo lunare, Buzz Aldrin. L’evento, seguito da più di 500 milioni di persone in tutto il mondo, tranne in Cina, ha segnato profondamente il secolo XX.

A conclusione Lara Albanese dice che ora della luna sappiamo tutto, abbiamo 350 kg di materiali da studiare e una stazione spaziale internazionale orbitante dove alcuni uomini studiano l’assenza di gravità e prossimamente la luna sarà il trampolino di lancio per arrivare su Marte, di cui conosciamo già molte caratteristiche: poli, montagne, temperatura, presenza di metano e di acqua ghiacciati.

Ma forse l’aspetto della luna che ci piace di più è quello cantato dai poeti, come Charles Baudelaire in Tristezza della luna:

Questa sera la luna sogna più languidamente;
come una bella donna che su tanti cuscini
con mano distratta e leggera
prima d’addormirsi carezza il contorno dei seni,
e sul dorso lucido di molli valanghe morente,
si abbandona
a lunghi smarrimenti,
girando gli occhi sulle visioni
bianche che salgono nell’azzurro come fiori in boccio.
Quando,
nel suo languore ozioso,
ella lascia cadere su questa
terra una lagrima furtiva, un pio poeta,
odiatore del sonno,
accoglie nel cavo della mano questa pallida lagrima
dai riflessi iridati come un frammento d’opale,
e la nasconde
nel suo cuore agli sguardi del sole.

L. C.

Dal 17 dicembre 2012
Il cielo stellato
tra i miti, le leggende e la scienza

Come nel cielo le stelle risplendono luminose intorno alla bianca luna,
quando l’aria è serena,
e da lontano si scorgono le alture, i poggi e le valli,
e il cielo infinito si apre a mostrare tutti i suoi astri,
ed è felice il pastore che li contempla…
(Omero, Iliade)

Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea
Tornare ancor per uso a contemplarvi
Sul paterno giardino scintillanti,
E ragionar con voi dalle finestre
Di questo albergo ove abitai fanciullo…
(Leopardi, Le Ricordanze)

Cielo stellato al passo del Cirone

Cielo stellato al passo del Cirone

Con gli occhi puntati sullo schermo e l’immaginazione persa in un vero cielo stellato a cercare il Grande Carro e la Stella Polare, abbiamo vissuto due splendide ore, lunedì 3 dicembre, all’Auditorium di Banca Monte Parma.

Relatrice Lara Albanese, fisica, astronoma, ricercatrice, scrittrice e divulgatrice di opere scientifiche rivolte ad adulti, ragazzi e bambini. Elegante nei modi, semplice, ma sicura e precisa, ha catturato il pubblico numeroso, curioso e attento e l’ha guidato a conoscere l’universo misterioso, con la stessa chiarezza che usa con i più piccoli.

Abbiamo iniziato con un tuffo nel passato, con i miti e le leggende dei popoli antichi che da sempre cercavano nelle stelle destino, profezie, fortuna e avversità.

Conoscevano così bene il cielo che nella caotica disposizione delle stelle avevano collegato tra loro, come si fa con i puntini, quelle che, allineate in un certo modo, colpivano la fantasia per il loro aspetto di animali, divinità, regine, guerrieri…

Dopo miliardi di anni queste costellazioni sono sempre le stesse, magari spostate perché l’asse terrestre si muove girando anche su se stesso, ma sono sempre quelle che gli antichi vedevano scomparire, riapparire, vagare nel cielo di ora in ora, di mese in mese, tranne due, i due carri, che non scomparivano mai sotto l’orizzonte e una stella fissa, oggi la Polare, che, caparbia rimaneva sempre nella stessa posizione, da sempre guida preziosa per viandanti e navigatori.

Curioso sapere, poi, come civiltà e popoli diversi abbiano dato interpretazioni personali e suggestive, creato fiabe dolcissime o drammatiche, ispirati da questi segni luminosi che decorano la volta celeste: così per i Babilonesi l’Orsa Maggiore, lanciata in cielo da Zeus prendendola per la coda, era un carretto, per i Latini sette buoi, per i Cinesi un pentolino, per i popoli del Nord Africa un cammello che gira, legato a una corda, intorno a una stella. Così la Via Lattea per i Greci era formata da gocce del latte di Era che allattava al seno Ercole, mentre per alcuni Africani del sud era fatta di brace lanciate in cielo da una donna per illuminare la via del ritorno al marito e per i Cinesi un fiume tra la Lira e l’Aquila, dove il settimo giorno del settimo anno del loro calendario gli uccelli costruiscono un ponte per fare incontrare due amanti lontani.

Dopo questa affascinante introduzione, abbiamo imparato ad orientarci nel cielo, a ritrovare il Grande Carro con le sue sette stelle, il Piccolo con la Polare, il guerriero Orione con la sua cintura di tre stelle, così luminoso anche a Dicembre e punto chiave per individuare Aldebaran nel Toro e Sirio nel Cane Maggiore.

Delusione il sapere che queste ottantotto costellazioni non hanno realtà fisica: le enormi e varie distanze delle stelle e il cielo tridimensionale fanno sì che basterebbe un piccolo spostamento nello spazio per renderle irriconoscibili.

Astronomia e astrologia, certo, non coincidono. Ma questa realtà non fa vacillare le nostre convinzioni irrazionali, soprattutto quelle legate allo Zodiaco. Pure questi segni astrali si sono spostati e non sono più gli stessi ad “influenzare” la nostra nascita, tuttavia a molti piace coltivare l’illusione che possano avere a che fare con la nostra vita e i nostri destini.

Il discorso, poi, si è fatto più scientifico e complesso. Immagini provenienti da potenti telescopi, terrestri e spaziali, ci hanno proiettato in centinaia di miliardi di galassie, nebulose, polveri stellari, buchi neri, stelle rosse vecchie e appena nate, pianeti freddi e poco luminosi. Se Betelgeuse di Orione arriva a noi dopo 470 anni luce, viaggiare nello spazio significa andare indietro nel tempo.

Ci sorprende vedere la luminosità di stelle già morte; la realtà sembra diventare la proiezione di un sogno e lo spazio e il tempo scivolano via dalla consueta percezione razionale della nostra mente.

Ma la nostra realtà è qui, in questo puntino alla periferia di una galassia chiamata Via Lattea, sul pianeta Terra, simile ad infiniti pianeti uguali, disseminati nell’universo. Quante congetture per la nostra mente!

Per finire, Lara Albanese ci ha dato il compito di cercare, a Sud-ovest, la notte stessa di lunedì, chiara e senza nubi, Orione con la sua cintura e la stelle vicine, poi di riprovare la notte di Natale, dove troveremo un Giove giallo così vicino alla Luna come mai lo è stato.

Quella notte ho cercato Orione e l’ho trovato: ero molto soddisfatta e ho convenuto con Lara “Con il naso in su, il cielo non è poi tanto lontano e difficile da capire”.

Luciana Beghé

 

 

 

 

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