L’incontro del 9 maggio 2022 si è svolto alla presenza del segretario nazionale della Dante, dr. Alessandro Masi.
Riportiamo una significativa biografia dello scienziato, che mette in luce le sue doti di ricercatore e di uomo.
Mario Camis (1878-1946)
Nato a Venezia da famiglia di religione ebraica, aveva compiuto gli studi universitari a Bologna e a Roma, con Pietro Albertoni e Luigi Luciani, con il quale si laureò nel 1902.
A Roma intraprese le prime ricerche originali nell’ambito della fisiologia sperimentale, in particolare sugli effetti della vagotomia, intervento utilizzato per ridurre la motilità e quindi le secrezioni dello stomaco. Negli anni successivi fu assistente di Vittorio Aducco a Pisa, realizzando tra gli altri uno studio biofisico sul calore di soluzione dei gas nel sangue e sul cuore isolato.
Nel 1908 andò in Gran Bretagna, dove continuò a seguire i filoni di ricerca sulla fisiologia e sul comportamento ematico dei gas, prima a Cambridge con John Newport Langley e poi a Liverpool con Charles Scott Sherrington, premio Nobel nel 1932 per le scoperte sulle funzioni dei neuroni.
A Liverpool, Camis compì importanti ricerche sui rapporti tra l’apparato vestibolare e i riflessi vasomotori e sull’attività vegetativa del cervelletto. La notorietà acquisita in questi anni lo portò alla direzione dell’Istituto di Fisiologia di La Plata in Argentina, dove rimase fino alla Prima Guerra Mondiale, interessandosi del curaro e dell’azione della florizina, dimostrandone la funzione inibitoria del trasporto del glucosio e del sodio. Ma, in quanto legato alla sua patria, tornò in Italia.
Pur rimanendo sempre nell’ambito fisiologico, subito dopo la guerra si orientò su ancora altri soggetti, esplorando l’azione del simpatico sul movimento respiratorio e sull’emoglobina. Degli stessi anni sono anche le ricerche più importanti di Camis, sull’elettrofisiologia del cervelletto, e in particolare sui rapporti tra il cervelletto e la deambulazione.
Nel 1924 divenne finalmente professore ordinario di fisiologia generale, insegnando prima a Bari, poi a Parma (dove fu rettore e direttore dell’Istituto di Fisiologia) e a Bologna dal 1935. Il suo trattato sulla fisiologia dell’apparato vestibolare, che venne tradotto in inglese ed ebbe vasta diffusione, fu scritto in questo periodo, mentre estendeva le ricerche di fisiologia su questo soggetto, anche dal punto di vista farmacologico. Tra gli allievi che collaborarono con lui in questi anni, va ricordato Giuseppe Moruzzi, padre di Paolo, oggi illustre relatore per i nostri soci e ospiti della Dante.
Alla morte della moglie Bice, che stava facendo un percorso interiore verso il cattolicesimo, sentì lo stesso forte il richiamo che lo portò a convertirsi.
La sua carriera di docente e di ricercatore venne interrotta dalle leggi razziali fasciste: dovette abbandonare l’incarico a Bologna, venne radiato dai ranghi accademici e dall’Accademia Nazionale dei Lincei. Assecondando, quindi, una vocazione religiosa da tempo sentita e molto profonda (era terziario domenicano sin da giovane), andò missionario con il nome di Alberto Mario nelle Filippine nel 1939 e nel 1940 fu ordinato sacerdote. Terminata la guerra, nel 1945 Camis fu reintegrato all’Accademia Nazionale dei Lincei; tuttavia il 4 gennaio 1946 la commissione di epurazione, presieduta da Benedetto Croce e da Vincenzo Rivera, lo dichiarò decaduto insieme con altri due grandi scienziati israeliti, i fisiologi Tullio Terni e Carlo Foà, con l’accusa di filofascismo. L’accusa era stata motivata o dalla sua adesione della prima ora al partito o dal fatto che, immediatamente dopo l’espulsione dall’università a causa delle leggi razziali, Camis aveva chiesto ospitalità al suo collega Raffaele Paolucci, il quale era anche vicepresidente della Camera dei fasci e delle corporazioni.
Negli ultimi anni della sua vita non si dedicò più alla ricerca, ma solo all’insegnamento in istituzione religiose.
Donò la sua villa veneta a Onè all’Ordine dei Domenicani di Verona, tuttora proprietari del vasto complesso.
Riportiamo una significativa biografia dello scienziato, che mette in luce le sue doti di ricercatore e di uomo.
Mario Camis (1878-1946)
Nato a Venezia da famiglia di religione ebraica, aveva compiuto gli studi universitari a Bologna e a Roma, con Pietro Albertoni e Luigi Luciani, con il quale si laureò nel 1902.
A Roma intraprese le prime ricerche originali nell’ambito della fisiologia sperimentale, in particolare sugli effetti della vagotomia, intervento utilizzato per ridurre la motilità e quindi le secrezioni dello stomaco. Negli anni successivi fu assistente di Vittorio Aducco a Pisa, realizzando tra gli altri uno studio biofisico sul calore di soluzione dei gas nel sangue e sul cuore isolato.
Nel 1908 andò in Gran Bretagna, dove continuò a seguire i filoni di ricerca sulla fisiologia e sul comportamento ematico dei gas, prima a Cambridge con John Newport Langley e poi a Liverpool con Charles Scott Sherrington, premio Nobel nel 1932 per le scoperte sulle funzioni dei neuroni.
A Liverpool, Camis compì importanti ricerche sui rapporti tra l’apparato vestibolare e i riflessi vasomotori e sull’attività vegetativa del cervelletto. La notorietà acquisita in questi anni lo portò alla direzione dell’Istituto di Fisiologia di La Plata in Argentina, dove rimase fino alla Prima Guerra Mondiale, interessandosi del curaro e dell’azione della florizina, dimostrandone la funzione inibitoria del trasporto del glucosio e del sodio. Ma, in quanto legato alla sua patria, tornò in Italia.
Pur rimanendo sempre nell’ambito fisiologico, subito dopo la guerra si orientò su ancora altri soggetti, esplorando l’azione del simpatico sul movimento respiratorio e sull’emoglobina. Degli stessi anni sono anche le ricerche più importanti di Camis, sull’elettrofisiologia del cervelletto, e in particolare sui rapporti tra il cervelletto e la deambulazione.
Nel 1924 divenne finalmente professore ordinario di fisiologia generale, insegnando prima a Bari, poi a Parma (dove fu rettore e direttore dell’Istituto di Fisiologia) e a Bologna dal 1935. Il suo trattato sulla fisiologia dell’apparato vestibolare, che venne tradotto in inglese ed ebbe vasta diffusione, fu scritto in questo periodo, mentre estendeva le ricerche di fisiologia su questo soggetto, anche dal punto di vista farmacologico. Tra gli allievi che collaborarono con lui in questi anni, va ricordato Giuseppe Moruzzi, padre di Paolo, oggi illustre relatore per i nostri soci e ospiti della Dante.
Alla morte della moglie Bice, che stava facendo un percorso interiore verso il cattolicesimo, sentì lo stesso forte il richiamo che lo portò a convertirsi.
La sua carriera di docente e di ricercatore venne interrotta dalle leggi razziali fasciste: dovette abbandonare l’incarico a Bologna, venne radiato dai ranghi accademici e dall’Accademia Nazionale dei Lincei. Assecondando, quindi, una vocazione religiosa da tempo sentita e molto profonda (era terziario domenicano sin da giovane), andò missionario con il nome di Alberto Mario nelle Filippine nel 1939 e nel 1940 fu ordinato sacerdote. Terminata la guerra, nel 1945 Camis fu reintegrato all’Accademia Nazionale dei Lincei; tuttavia il 4 gennaio 1946 la commissione di epurazione, presieduta da Benedetto Croce e da Vincenzo Rivera, lo dichiarò decaduto insieme con altri due grandi scienziati israeliti, i fisiologi Tullio Terni e Carlo Foà, con l’accusa di filofascismo. L’accusa era stata motivata o dalla sua adesione della prima ora al partito o dal fatto che, immediatamente dopo l’espulsione dall’università a causa delle leggi razziali, Camis aveva chiesto ospitalità al suo collega Raffaele Paolucci, il quale era anche vicepresidente della Camera dei fasci e delle corporazioni.
Negli ultimi anni della sua vita non si dedicò più alla ricerca, ma solo all’insegnamento in istituzione religiose.
Donò la sua villa veneta a Onè all’Ordine dei Domenicani di Verona, tuttora proprietari del vasto complesso.
Paolo Moruzzi
ultimo aggiornamento della pagina: 26 maggio 2022