Le donne nella Divina Commedia
relazione

La sessione autunnale 2022 si è aperta il 17 ottobre con la conferenza di Italo Comelli: Le donne nella Divina Commedia. Il relatore ha esaminato la presenza e la rilevanza delle donne nell’opera dantesca, citato diversi nomi precisando che in gran parte sono figure letterarie e mitologiche, solo due sono personaggi storici e sei sono persone vissute nel suo tempo. In quasi tutti i casi la colpa che devono espiare all’inferno o in purgatorio è legata alla sessualità e se vengono ricordate dai parenti sono investite da parole critiche e mortificanti.

Le donne, di contro, celebrate o glorificate dal poeta sono Maria, Lucia e Beatrice; queste sono il tramite fra l’uomo e Dio e consentono agli uomini di poter entrare nella grazia divina e ricevere la salvezza eterna.

Non parla mai della moglie Gemma Donati, con cui si era fidanzato a 12 anni il 9 febbraio 1277 con atto notarile (in vero della moglie non si scriveva in versi, secondo una tradizione consolidata) e dopo l’esilio non la incontrerà mai.

Non è, pertanto, semplice capire il suo pensiero così complesso e sfaccettato sull’universo femminile, ma può essere significativo ciò che scrive nel De vulgari eloquentia:

I – iv

1      In base a ciò che si è detto in precedenza è manifesto che solo all’uomo è stato concesso di parlare. A questo punto penso si debba indagare su quanto segue: a quale uomo per primo sia stata concessa la facoltà della parola, e cosa abbia detto per incominciare, e a chi, e dove, e quando; infine a quale idioma sia appartenuto il proto linguaggio che ne è scaturito.

 

2      In verità, stando a quanto dice il Genesi all’inizio, dove la Santissima Scrittura tratta dell’origine del mondo, risulta che a parlare prima di tutti è stata una donna, cioè Eva, la presuntuosissima Eva, quando al diavolo che la sollecitava ha risposto: “Noi mangiamo i frutti degli alberi che stanno nel paradiso; ma il frutto dell’albero che sta al centro del paradiso, Dio ci ha imposto di non mangiarlo né toccarlo, che non ci accada di morirne”.

 

3      Tuttavia, benché nei testi si trovi che per prima ha parlato una donna, è più conforme alla ragione ritenere che sia stato l’uomo a parlare per primo, ed è sconveniente non pensare che un atto così nobile del genere umano sia sgorgato prima dalle labbra di un uomo che da quelle di una donna. Perciò è ragionevole la nostra opinione che la parola sia stata concessa ad Adamo in persona per primo da Colui che l’aveva appena plasmato.

 

E ancora possono chiarirci il suo pensiero i versi del Canto XV del Paradiso dove rievoca la pudica Firenze all’epoca del trisavolo Cacciaguida e fa rilevare la profonda decadenza dei costumi privati e pubblici, soprattutto quelli femminili, del suo tempo.

 

Fiorenza dentro da la cerchia antica,
ond’ella toglie ancora e terza e nona,
si stava in pace, sobria e pudica.                         99

 
Non avea catenella, non corona,
non gonne contigiate, non cintura
che fosse a veder più che la persona.                 102

 

Non faceva, nascendo, ancor paura
la figlia al padre, che ‘l tempo e la dote
non fuggien quinci e quindi la misura.                 105

 

Non avea case di famiglia vòte;
non v’era giunto ancor Sardanapalo
a mostrar ciò che ‘n camera si puote.                 108

 
Non era vinto ancora Montemalo
dal vostro Uccellatoio, che, com’è vinto
nel montar sù, così sarà nel calo.                       111

 

Bellincion Berti vid’io andar cinto
di cuoio e d’osso, e venir da lo specchio
la donna sua sanza ‘l viso dipinto;                      114

 

e vidi quel d’i Nerli e quel del Vecchio
esser contenti a la pelle scoperta,
e le sue donne al fuso e al pennecchio.               117

 

Oh fortunate! ciascuna era certa
de la sua sepultura, e ancor nulla
era per Francia nel letto diserta.                        120

 

L’una vegghiava a studio de la culla,
e, consolando, usava l’idioma
che prima i padri e le madri trastulla;                 123

 

l’altra, traendo a la rocca la chioma,
favoleggiava con la sua famiglia
d’i Troiani, di Fiesole e di Roma.                        126

 

Saria tenuta allor tal maraviglia
una Cianghella, un Lapo Salterello,
qual or saria Cincinnato e Corniglia.                   129

 

A così riposato, a così bello
viver di cittadini, a così fida
cittadinanza, a così dolce ostello,                       132

 

Maria mi diè, chiamata in alte grida;
e ne l’antico vostro Batisteo
insieme fui cristiano e Cacciaguida.                    135

 

Lori Carpi

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Riflessioni di Lori Carpi

L’argomento di Comelli si presta sicuramente ad un confronto con l’attualità. Penso al rapporto tra uomo e donna, sulla cui parità oggi mi sento scoraggiata perché vedo che quasi tutto quello in cui ho creduto e lottato sta dissolvendosi. Guardo con dolore alle poche donne ai posti di comando sia in politica sia in economia, soprattutto in Italia dove, al contrario, si contano numerosissimi femminicidi. Guardo con dolore quello che succede nel mondo. L’ultimo capitolo riguarda le donne iraniane che muoiono per una ciocca di capelli che esce dal velo, per un canto negato Io piccola me pronta a crescere e diventare il tuo generale; ma non tralascio i tanti paesi dove le donne non possono andare a scuola, scegliersi un marito, fare sport con abiti idonei, guidare l’auto, uscire da sole. Dal Trecento di Dante sembra sia cambiato poco, forse sbaglio? Anche oggi ci sono molti uomini che non credono alla parità tra i sessi, all’intelligenza femminile, al diritto di tutti di pensare con la propria testa e di scegliere.

L’iraniana Masha è diventata il simbolo dell’oppressione e del riscatto e io guardo con infinito rispetto la rivolta delle adolescenti pronte a farsi picchiare, incarcerare, morire per la libertà; ammiro fortemente la nonna di 80 anni che si è tolta il velo per disperata protesta.

Possiamo sbagliare ma sappiamo anche correggerci, lasciateci “andare all’inferno” o in cielo con la Cristoforetti.

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Commento di Luciana Beghè

Ricca, interessante e coinvolgente, come al solito, è stata la conferenza di Italo Comelli. Il presente però, inevitabilmente, si è spalancato davanti a noi. Che dire? Il bellissimo commento di Lori Carpi non dà spazio ad altri pensieri. E noi… lasciamo pure ad Adamo il privilegio della prima parola, ma abbracciamo la nonna di 80 anni che si è tolta il velo in nome della libertà.

 

ultimo aggiornamento della pagina: 28 ottobre 2022

 
 
 
 

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