Quelle terre selvagge de’ Mezzani

Conferenza a cura di Marco Minardi

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Minardi racconta la storia di un paese e di una comunità popolari, una storia strana che inizia con la formazione di una terra nata da isolotti (balotten) portati dal Po e agganciati alla riva. Sono le acque che generano il territorio, che condizionano la vita, che devono essere domate perché resteranno sempre un grave problema. La maggior parte del territorio comunale prende forma durante il periodo medievale (1200/1300); la prima terra è Casale, fondato su un’isola del Po esistente già nell’890, che si congiunge più tardi alla sponda destra poiché il fiume si è spostato più a nord. In antico le case formano un villaggio irregolare e disordinato, caratterizzato da una conformazione allungata; i due Mezzani si snodano lungo una strada sinuosa che ricalca le antiche anse del fiume. Questa terra di frontiera soffre il passaggio di eserciti e di soldataglie devastatori; conta una popolazione numerosa, composta di contrabbandieri e di persone spietate, ma anche di contadini laboriosi e pazienti. Gli uomini, nel tempo, bonificano la palude con tanto lavoro e fatica fino a ottenere campi fertili seminati e alberati, prati e boschi, mentre nei terreni più recenti e umidi coltivano risaie e canapa o lasciano a pascolo.

La lotta contro il Ducato

Gli abitanti dipendono e pagano gli affitti al Vescovo, a cui il duca Carlo III aveva concesso i fiumi e questo lembo di terra. La contea del Mezzano del Vescovo risulta così una piccola entità indipendente di natura feudale ed ecclesiastica, durata 883 anni, dall’880 al 1763, retta dai vescovi di Parma. I Mezzani, le due comunità di Mezzano Superiore e Mezzano Inferiore, costituiscono un vero e proprio stato, indipendente dal vicino Ducato di Parma e Piacenza, su cui il vescovo col titolo di conte amministra il territorio e esercita la giustizia tramite un podestà di sua nomina. La vicinanza agli stati di Modena, Milano e Mantova le conferisce una posizione strategica. Durissima è la lotta dei mezzanesi per rivendicare l’indipendenza dal Ducato, nonostante documenti ufficiali di permuta, decreti ducali e atti di indulto. Alle chiamate per prestare atto di fedeltà non si presenta nessuno; sia i deputati di entrambi paesi, sia i capifamiglia di Mezzano Inferiore, riparano oltre confine. Nel 1764 il ministro Du Tillot proroga inutilmente per tre volte la scadenza dell’amnistia ducale nella speranza di convincere la popolazione ad assoggettarsi. Nel frattempo i mezzanesi ottengono, tramite i propri rappresentanti, che un loro memoriale venga sottoposto alla congregazione dei vescovi a Roma. Il Du Tillot all’alba del 23 febbraio 1764, con un’azione improvvisa, invia a Mezzani le truppe ducali e la polizia. Sono arrestati e condotti in catene nelle carceri ducali una settantina di fuggiaschi rientrati dagli stati vicini, sono confiscati i beni dei ribelli assenti ed espulse le loro famiglie; nei due paesi permane un contingente di militari. Nel frattempo il rappresentante del vescovo di Parma a Roma, monsignor Tommaso Antici, si accorda con il segretario della Congregazione dei vescovi per occultare il documento inviato dai mezzanesi. Come conseguenza la Congregazione esprime il proprio favore alle istanze ducali. La resistenza dei mezzanesi già sfiancata da arresti, confische ed espulsioni subisce così un colpo mortale. Ai ribelli non rimane che assoggettarsi al Duca Filippo I per ottenerne la grazia. Ma se la disubbidienza all’unione de Mezzani al Ducato dura fino alla seconda metà del 1700, la stessa popolazione accetterà di entrare subito a far parte del Regno d’Italia.

La conversione al protestantesimo.
La chiesa evangelica, di rito metodista wesleyiano

Nel 1863 alla morte del filantropo e medico condotto Passaglia, che era in disputa con il clero locale, tutta la popolazione, offesa dalle parole di scherno del parroco, decide di rintuzzarne la baldanza. Tra questi vi è Flaminio Ghinzelli che nell’esercito ha conosciuto la Chiesa Evangelica e desidera far conoscere ai compaesani la purezza e la semplicità di questa religione. Tuttavia il vero motivo di questa conversione si deve addebitare alla scelta di alcuni braccianti di combattere il cattolicesimo che proteggeva gli agrari. Comincia così l’istituzione della Chiesa Metodista a Mezzani, dapprima con pochi adepti, senza una sede e con l’opposizione indefessa e violenta dei cattolici, in seguito dispone di una sala e avvia scuole maschili e femminili. Nel 1871 viene costruito un nuovo edificio scolastico perché gli alunni ammontano a 400, più numerosi di quelli cattolici.

La comunità di Mezzani

Società di mutuo soccorso, leghe deli lavoratori e leghe femminili, Camera del Lavoro, sindacati e partiti: l’associazionismo mezzanese precorre i tempi e tutto questo è sorprendente in un territorio “marginale”. Anche le donne sono emancipate per i tempi, Merope Guareschi è maestra di ricamo e organizza corsi al femminile e nel contempo aiuta la famiglia guidando la carrozza per i trasporti dal paese a Parma. Guglielmina Negri è una protagonista della Lega femminile durante i primi decenni del Novecento.
Questa annosa emancipazione, come si può facilmente comprendere, emerge a fatica nel periodo fascista.
Ma gli anni più drammatici sono quelli della Seconda Guerra Mondiale e, particolarmente, quelli dopo il 1943 quando si apre la storia terribile dell’occupazione tedesca e della lotta di liberazione. Molti mezzanesi si uniscono e lottano nelle file partigiane. Costituiscono il Distaccamento Po e, quando la Resistenza diventerà forte, scenderanno a contrastare la ritirata tedesca in pianura e ad occupare proprio Parma.
Tutto questo ci restituisce un carattere, una peculiarità mezzanese: vogliono essere “diversi”.

La relazione è stata arricchita dalle letture a cura di Maria Teresa Cantoni, Marisa Dragonetti e Roberta Affanni.

Lori Carpi



Galleria d’immagini della conferenza dell’11 dicembre 2023

ll Comitato della Dante di Parma esprime la propria gratitudine alla signora Nathalie Giaffreda della Dante di Parma, per le fotografie della conferenza dell’11 dicembre 2023 di Marco Minardi sul tema “Quelle terre selvagge de’ Mezzani”.

ultimo aggiornamento della pagina: 12 marzo 2024