Col Prefetto Giuseppe Forlani
Lunedì 14 ottobre si è aperta la sessione autunnale della Dante con la conferenza del Prefetto Giuseppe Forlani su “Palazzo Ducale di Parma, sede della Regia Prefettura, nel 75° anniversario del bombardamento”.
Il Prefetto ha spiegato che l’antica residenza ducale si trovava sul lato ovest dell’attuale piazzale della Pace. Fu costruita originariamente dal duca Ranuccio I Farnese come parte residenziale della Pilotta; più tardi, nel 1765, oltre la ristrutturazione degli ambienti interni, fu dotata di una facciata in stile Luigi XV per renderla conforme a quella del cortile della Pilotta.
Nel XIX secolo la duchessa Maria Luigia incaricò l’architetto Nicola Bettoli di un nuovo rifacimento della facciata, completata nel 1833 in stile neoclassico. Arricchito da bellissime sale interne, usate spesso per rappresentanza, dopo l’Unità d’Italia il palazzo, svuotato dei suoi arredi a vantaggio delle dimore dei Savoia, ospitò la Prefettura Regia ed assunse la denominazione di “Palazzo del Governo”. Questo era (ed è) il più importante edificio pubblico della città in quanto sede degli uffici e dell’abitazione del Prefetto, la più alta autorità dello Stato nell’ambito della Provincia; ma non solo: era un edificio di grande valore architettonico e storico.
Il bombardamento del 13 maggio 1944 sfregiò il complesso della Pilotta, con il suo prezioso patrimonio artistico e culturale, e il Palazzo Ducale, che vi si trovava davanti. Ma se il teatro Farnese, vittima illustre delle bombe, grazie a un’accurata e paziente ricostruzione avvenuta negli anni Cinquanta, può ancor oggi essere ammirato in tutta la sua magnificenza, così non accadde per il Palazzo Ducale che fu in seguito completamente abbattuto. L’edificio avrebbe dovuto essere riedificato, come il vicino e altrettanto danneggiato Teatro Reinach, nelle forme originali; ma il progetto non poté realizzarsi perché la proposta non venne accettata a livello ministeriale. Così il piazzale per circa 40 anni rimase completamente vuoto e adibito a parcheggio. Vedere le foto di allora genera tristezza e incredulità: come è stato possibile deturpare per tanto tempo il cuore della città con una platea di automobili?
Nel 1986 il Comune, dopo aver rifiutato numerose proposte di vari architetti, convocò il ticinese Mario Botta; quest’ultimo propose la costruzione di un auditorium e la completa sistemazione a verde del resto del piazzale, conservando le tracce storiche dell’area. La proposta fu inizialmente accettata, perché riusciva a riunire varie elaborazioni del passato, ma l’anno successivo il Ministero dei Beni Culturali la respinse.
La progettazione del piazzale fu ripresa nel 1996 con un nuovo incarico affidato allo stesso architetto Botta; ne scaturì la proposta di un grande prato all’inglese, che fu finalmente accolta, nonostante le posizioni contrastanti di buona parte dell’opinione pubblica: in molti sostenevano la ricostruzione del Palazzo Ducale secondo la sua antica struttura architettonica, perciò nel 1997 fu indetto un referendum che tuttavia non raggiunse il quorum. Questo esito ci lascia perplessi e dubbiosi, anche perché la soluzione presentava e presenta diverse criticità: il clima di Parma non aiutava la manutenzione del verde; a sinistra del piazzale la via di fuga non era del tutto risolta e, a destra, il monumento a Verdi era veramente mortificato. Un prato per bivacchi più che per facili incontri su panchine. Così l’architetto, secondo il volere dei votanti, proseguì con la realizzazione del suo progetto definitivo e i lavori presero furono portati a compimento nel 2001. Oggi si è inaugurato l’ultimo intervento che vede un largo stradone che porta in Pilotta al posto delle due trottatoie precedenti. Peccato che del Palazzo Ducale e del Teatro non si conservi nessuna testimonianza in loco e che la loro esistenza sia solo nella memoria di pochi Parmigiani.
L. C.
l’articolo allegato è di Luca Molinari della Gazzetta di Parma
ultimo aggiornamento della pagina: 3 novembre 2019
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II semestre 2019
Il Palazzo Ducale di Parma”