Un cambiamento di programma ha portato ad anticipare al 27 febbraio 2023 la conferenza della dott.ssa Vighi dell’Università di Parma, rispetto a quanto previsto per le attivià della Dante nel primo semestre dell’anno.
Paola Vighi inizia dal pregiudizio che fino a pochi decenni fa colpiva la donna: biologicamente, fisiologicamente ed emotivamente era inadatta allo studio delle scienze matematiche perché ritenuta prigioniera dei propri stati d’animo. È chiaramente uno stereotipo di genere ormai superato, come è stata faticosamente superata la convinzione che il cervello femminile, pesando meno (1200 g, contro 1350), sia inferiore a quello maschile. Vighi mostra le immagini dei due cervelli maschile e femminile per fare notare le differenze, quello femminile evidenzia una maggiore connettività tra gli emisferi, mentre il secondo presenta prevalenti connessioni all’interno di ciascun emisfero. Il cervello femminile appare organizzato in modo da facilitare la comunicazione tra l’elaborazione analitica e quella intuitiva, mentre i circuiti cerebrali degli uomini sono strutturati in modo da facilitare la connettività tra percezione e azione coordinata. Oggi -prosegue la relatrice- diversi matematici sostengono gli studi scientifici da parte delle donne: si rammarica Gabriele Lolli per quanto si è perduto con la loro esclusione dalla disciplina; Rita Levi Montalcini lamenta che spesso gli studi femminili sono stati oscurati dai maschi che lavorano con loro; Piergiorgio Odifreddi ricostruisce i percorsi di vita, le difficoltà affrontate, i colpi di genio, la dedizione assoluta e la libertà di pensiero di diverse scienziate.Vighi elenca quindi figure attuali quali l’iraniana Maryam Mirzakhani (prima Medaglia Fields in rosa, l’equivalente del Nobel), l’ucraina Maryna Viazovska (seconda medaglia Fields), l’americana Karen Uhlenbeck (prima vincitrice del premio Abel, uno dei più prestigiosi riconoscimenti per i matematici). Cita inoltre il film Il diritto di contare, tratto da una storia vera che racconta di donne nere, del loro genio matematico e dell’apporto essenziale alla ricerca spaziale in un mondo di massima virilità come la Nasa ai tempi dei primi voli nello spazio. Aggiunge alla lista la trentenne materana Cristiana De Filippis, ricercatrice dell’Università di Parma, che è entrata nell’Accademia della Società Matematica Europea, riconoscimento importante a seguito delle sue numerose pubblicazioni di importanza internazionale; e, con affetto, Liliana Artusi Chini, che tanto ha operato nell’ambito della Didattica della Matematica, soprattutto negli anni Sessanta e Settanta ed è stata tra i soci fondatori del Centro Morin, “Centro di Ricerche Didattiche per la Matematica e le Scienze” (27-28 dicembre 1969).
Alla fine ritorna al passato, alla greca Ipazia, vissuta ad Alessandria d’Egitto, per risalire via via nei secoli (alcuni veramente bui) fino ad arrivare a Maria Gaetana Agnesi, grande talento matematico, nominata nel 1750 docente di matematica presso l’Università di Bologna; a Sophie Germain (1776-1831) studiosa francese, che si firmava con nome maschile per accedere agli studi e ai dibattiti scientifici e diede importanti contributi alla teoria dei numeri e alla teoria dell’elasticità; a Sofia Vasilyevna, la prima donna ad essere nominata professore di matematica da una università europea (Stoccolma 1884) e anche la prima a far parte attiva del comitato editoriale di una rivista scientifica di rilievo («Acta Matematica» 1884); a Emmy Noether (1882-1935), una delle prime donne a entrare nel chiuso mondo maschile della matematica degli anni Venti del Novecento, oggi ricordata come una delle più grandi matematiche di sempre. Nella sua biografia il problema del riconoscimento professionale si mescola alle vicende storiche del periodo, la sua carriera infatti fu spezzata dall’avvento del nazismo. Nel 1933 fu costretta a riparare negli Stati Uniti, ma la sua condizione di donna le impedisce l’accesso ai centri di ricerca più prestigiosi.
Vighi sottolinea la versatilità della mente femminile, capace di raggiungere le massime vette in tutte le discipline, e asserisce che tutti possono imparare la matematica a condizione di avere delle buone basi da piccoli. Ricorda con gratitudine il professore Francesco Speranza e gli anni passati da docente all’Università di Parma.
La sua relazione possa servire da incentivo alle ragazze di oggi, affinché si avvicinino alle facoltà scientifiche senza un ingiustificato senso di inadeguatezza.
Lori Carpi
ultimo aggiornamento della pagina: 2 marzo 2023