poesia inedita di Tonino Guerra
musicata da Vincenzo Mingiardi
foto e montaggio di Anna Kauber
un progetto di Anna Kauber ‐ www.articoltura.com
Nell’aprile del 2010, nei tre giorni di realizzazione del video “Tre domande al Poeta”, Tonino Guerra con la sua proverbiale curiosità verso gli uomini le cose, mi sottopose al fuoco incrociato delle sue irresistibili domande: schiette, dirette e intuitive.
Alla fine, superato il vaglio tanto inclemente quando compassionevole della sua sensibilità e del suo acceso intelletto, fui accettata amorevolmente. Mi chiese di dare a mio marito musicista una sua poesia appena scritta, scarabocchiata la mattina su un foglietto, affinché lui la rendesse canto. “Perché io non so cantare… mi manca solo il canto…”. La recitò al microfono, prima in dialetto e poi in italiano.
Trovo questa sua poesia bellissima, misteriosa e sofferta. Provo a commentarla così:
Come emersa da una lunga e profonda meditazione, la poesia esordisce in modo semplice e diretto con il dubbio umano più comune e dolente “Non so mica dove vado. Sono stanco. Dove è che vado?” Il Poeta –all’epoca novantenne– affronta la consapevolezza della fine e lo smarrimento dell’uomo di fronte al mistero della morte. Con quella frase iniziale –e ancora una volta come un uomo del tutto uguale a noi– Tonino ci fa immediatamente partecipi del suo dialogo intimo.
Come il nostro, il suo accorato “Dove vado?” giunge affaticato e apparentemente privo di risposta…
Ma subito al Poeta affiora un ricordo del passato, che diventa visione: il mare! Eccoci immersi nella luminosità scintillante e cocente di un luogo vero, riposto nel pensiero e qui nel tempo re-inventato, diventato sublime e indefinito, quasi irreale… Dal ricordo emergono immagini nitide e concrete, ma ora avvolte di incanto e meraviglia.
Ed ecco che dal nulla, dalla sola luce vibrante compare un cavallo, in lontananza. C’è un contadino che lo lava nell’acqua. Si allontanano… “in là, sempre più in là!…” fino a scomparire. Un miraggio? Dov’è quel posto, dove siamo?… Ma “come un cespuglio di spine” la schiuma del mare bollente ferisce la pelle: riemerge l’autenticità del ricordo che ci fa tornare alla coscienza della realtà. E qui, inesorabile, ci aspetta nuovamente l’immensa domanda: “Dove che vado?”…
Con la sua poesia Tonino ci ha portato in un luogo che è tanto vero quanto irreale, un luogo riconoscibile ma trascendente, attuale e fuori dal tempo. Abbiamo attraversato con Lui quell’atmosfera di luce calda e abbagliante, popolata da apparizioni rarefatte, metafisiche ma di straordinaria sollecitazione fisica e sensoriale.
Ci siamo domandati dove andremo e con Lui, alla fine, ci siamo dissolti nella densità accecante, avvolgente e sospesa della sua visione. Senza una risposta, è vero, ma col cuore pieno di luce e di calore.
Per l’argomento che tratta, questa è una poesia ‘forte’ e, proprio per questo, molto molto coinvolgente. Il mio breve video si basa dunque su un pensiero poetico di Tonino, ‘raccolto’ due anni anni prima della sua morte, dove – in modo semplice, intenso e universale – si parla del Poeta e dell’Uomo… e di tutti noi.
La musica di Vincenzo Mingiardi che accompagna e trasforma la voce di Tonino è tesa, rarefatta: accentua l’incanto della visione poetica. Scompone lievemente la recitazione con echi e rimandi di parole, come apparizioni di forme sonore ora chiare ora indefinite, cangianti e sospese nella luce splendente.
ultimo aggiornamento della pagina: 14 novembre 2012