Il Liberty a Parma

Relatrice: Ines Bacchi Pescaroli

Parrma post-unitaria
(17 marzo 1861 – Proclamazione
del Regno d’Italia – 1870 Roma capitale)

L’Italia post-unitaria si trova in grave deficit economico, con grandi disparità sociali, altissimo livello di analfabetismo, di mortalità ed emigrazione. Così è per Parma che, da piccola capitale di uno Stato indipendente, diviene un povero capoluogo di provincia. Con l’annessione allo stato unitario, la città dona i suoi beni demaniali. I Palazzi Ducali di Riserva, del Giardino e di Colorno vengono spogliati di tutti i loro arredi, dei tesori d’arte, delle collezioni.

Su 40.000 abitanti, 20.000 sono poveri. La periferia è un acquitrino malsano.

Chiudono numerose industrie; sopravvivono 5 cartiere, l’antica cereria Serventi, la fabbrica dei busti, è attiva la vetreria Bormioli. Nel 1870 nasce il Pastificio Braibanti, nel 1874 il pastificio Barilla, nel 1880 le officine per la luce elettrica e alla fine dell’800 le industrie conserviere Tosi e Rizzoli.

Sempre alla fine dell’800 si intensifica la linea ferroviaria tra città e provincia: Parma – Guastalla Suzzara, Parma – Fornovo – la Spezia (1894).

Nel 1887 ha inizio il nuovo piano regolatore della città che, snaturando la città storica, prevede l’abbattimento della cinta muraria fortificata. Il picconamento durerà per trent’anni, distruggendo edifici d’interesse storico e costruendone altri in stile eclettico: i ponti Bottego nel 1901 e Verdi nel 1903, i Bagni Pubblici, il Foro Boario, le case in via della Salute e in via Goito. Oltre alla “modernizzazione” della città, le opere pubbliche occupano manodopera. Lo sviluppo industriale timidamente (come abbiamo in precedenza segnalato) si sta affermando.

Parma e l’Europa

Il contatto di Parma con la cultura europea avviene con la “Prima Esposizione Internazionale d’Arte decorativa e moderna” a Torino nel 1902 e attraverso le riviste “La Critica” di Benedetto Croce, “Il Leonardo” di Papini nel 1903, “La biennale di Venezia” nel 1905, nata per favorire il confronto tra le nazioni, e “La Voce” di Prezzolini nel 1908.

Il “Liberty”, nato nelle grandi capitali come espressione della borghesia industriale e colonialista, si afferma come arte globale, infatti nessun campo non solo dell’arte, ma anche del vivere quotidiano (arredamento, stoffe, tessuti, moda, ceramica, vetri, grafica, riproduzione di immagini) è immune dal nuovo stile in cui trionfano le forme morbide a sinuose derivate dalla natura e reinterpretate in chiave decorativa. Il rinnovamento del gusto parte proprio dalle arti applicate che, precedentemente, erano quasi sempre rimaste in ombra: così le arti minori e le arti maggiori parlano lo stesso linguaggio. A Parma questo stile stenta tuttavia ad affermarsi in modo esplicito nelle costruzioni architettoniche e, spesso, eleganti dettagli decorativi vengono applicati ad edifici di ben altro significato strutturale.

Liberty o Floreale a Parma
(1900-1925 circa)

Molti architetti operanti a Parma sono usciti dai Corsi di disegno architettonico del Regio Istituto Di Belle Arti “Paolo Toschi” tenuti da Edoardo Collamarini e G. Mancini. Essi intervengono con progetti innovativi ma rispettosi dell’alta tradizione architettonica di Parma.

Nel tessuto urbano e suburbano progettano interessanti soluzioni E. Leoni, M. Chiavelli, Elio Ricci, A. Provinciali, M. Stocchi Monti, C. Uccelli, Ennio Mora, Umberto e Rolando Levacher, Gino Robuschi e altri tra l’inizio del 1900 e il 1930.

I nuovi edifici spesso presentano dipinti all’esterno e all’interno (Latino Barilli, Amedeo Bocchi, De Strobel, Paolo Baratta) e sculture (Renato Brozzi ed Ettore Ximenes).

La nuova arte si afferma nella committenza pubblica e privata: Palazzo delle Poste e Telegrafi, banche, tombe monumentali, padiglioni espositivi, lo stadio, locali cinematografici, caffè, attività commerciali e alberghiere, edicole, pensiline, palazzi privati, ville, villine.

Alle nuove imprese si affiancano artigiani specializzati: scultori, fabbri, falegnami, vetrai, mosaicisti.

Il Floreale entra nell’arredamento, nell’abbigliamento e diviene uno stile di vita.

BELLO e UTILE, ARTE e INDUSTRIA si fondono.

Ines Bacchi Pescaroli

 

Relatrice: Lori Carpi

Mi ricordo che appena Andrea Mozzarelli mi propose mesi fa di unire le nostre Associazioni per un percorso in bicicletta alla scoperta del Liberty a Parma aderii con entusiasmo perché il tema mi piaceva ed era poco conosciuto.

Così sabato 9 aprile 2016 il progetto, nato dalla collaborazione della Dante con BiciInsieme, si è realizzato con una buona partecipazione di soci.

In via Bizzozero, punto di partenza, l’esperta di Storia dell’Arte Sandra Cagnoli ha presentato le caratteristiche peculiari dell’Art Nouveau, stile che si diffuse nel ventennio 1890-1910 e che assunse in ogni Paese d’Europa una denominazione diversa. In Italia prese il nome di Liberty.

Da qui i ciclisti sono partiti alla volta di viale Rustici per raggiungere villa Stocchi Monti (poi Bonazzi) dove la prof. di Storia dell’Arte Ines Pescaroli, ha calato l’argomento nella realtà parmigiana, mostrando come esempi assai rappresentativi la struttura e le decorazioni della palazzina.

L’itinerario si è poi snodato lungo le seguenti tappe: villa Cornelli in piazzale XXV Aprile, le Poste Regie, l’ex Salone del mobile Guastalla in piazzale Salvo d’Acquisto, casa Draghi in via Trento, Case Bormioli e Casa Barilli davanti al Parco Ducale.

Hanno fatto eccezionalmente da guida le nostre socie: Luciana Beghè, Paola Pelagatti, Maria Pia Bariggi, Cristina Guaraldi, Maria Teresa Cantoni, Susy Braschi ed, alla fine, mi sono messa in gioco anch’io con lo stesso spirito di volontariato e di appartenenza che ci connota.

Il punto d’arrivo, al Palazzetto Eucherio Sanvitale, ci ha visto allegramente in posa per i tanti “fotografi” che hanno immortalato l’evento in uno splendido scenario primaverile.

Penso con piacere che da oggi molti dei partecipanti, girando per Parma, alzeranno lo sguardo per osservare un balcone con decori floreali di cemento o di ferro battuto, un marcapiano di maiolica dipinta oppure un portone a ferro di cavallo con raffinati vetri colorati.

Lori Carpi

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ultimo aggiornamento della pagina: 23 aprile 2016