India del Sud

Relatrici:
Marisa Dragonetti e Maria Dirce Oppici

Il 1° aprile, alla Dante, le nostre Socie hanno presentato con racconti, letture e immagini il loro recente viaggio nell’India del Sud sottolineando che “viaggio” è conoscenza, è un modo per tentare di capire realtà spesso molto diverse dalla nostra, è ispiratore di dubbi e domande che il nuovo e lo sconosciuto ci mettono davanti. Forse, semplicemente, “viaggio” significa accettare di non saper comunicare se non a gesti, di mangiare ciò che non avremmo mai pensato.

L’itinerario ci ha portato alla scoperta dei magnifici templi dravidici dal Tamil Nadu e della natura rigogliosa del Kerala.

I templi sono vere città circondate da mura, con un intrico di sale aperte ritmate da decine di colonne incise, con cortili, portici, altari, statue di divinità, vasche rituali.

Costruiti nel corso dei secoli (dal VII al XIII sec.) dalle dinastie succedutesi nell’India del Sud, i Pallava e i Chola, furono perno non solo religioso ma socio-culturale della vita di città e villaggi, ruolo che alcuni di essi continuano a svolgere mentre altri, non più attivi, sono patrimonio dell’Unesco.

Le immagini hanno mostrato alte torri ricoperte da una moltitudine di statue; non c’è spazio che non sia scolpito con fregi, statue di divinità, danzatrici, animali fantastici: libri di pietra che narrano le epiche gesta di eroi e di Shiva, Vishnu, Ganesh e Parvati, gli dei più venerati dello sconfinato pantheon indu.

Sono state proiettate varie immagini di fedeli in preghiera di fronte al sancta sanctorum, il luogo più sacro del tempio, di donne in conversazione, sedute a terra con i loro sari colorati, di bambini con profondi occhi scuri.

Spiritualità e vitalità, visione della vita e della morte derivata dall’Induismo (80% degli Indiani), religione e filosofia di vita basata su tre cardini: Dharma, insieme delle regole comportamentali della propria casta, Karma, insieme delle azioni buone o cattive compiute in vita, e reincarnazione. Una visione della vita legata al sistema delle caste, abolito ufficialmente nel 1947 alla proclamazione dell’indipendenza, ma ancora struttura importante della società indiana.

I matrimoni avvengono all’interno della stesa casta, lo sposo o la sposa sono scelti dai genitori. La condizione della donna è ancora di dipendenza, prima dal padre poi dal marito, e malgrado sia migliorata con l’urbanizzazione e una maggiore alfabetizzazione, la tradizione è tuttora molto radicata.

Templi e coltivazioni del riso in Tamil Nadu; natura rigogliosa e acque in Kerala. Qui troviamo la catena montuosa dei Ghati Occidentali (800 – 1000 m) ricoperta da dense foreste e estese piantagioni di tè, più a valle i giardini delle spezie, i bananeti, i palmeti e, paralleli alla costa del mare Arabico, le “Backwaters” reticolo di lagune costiere, laghi, canali, isolotti. Piccoli villaggi si specchiano nell’acqua e si perdono in mezzo ad una fitta vegetazione. Si naviga adagio, scivolando silenziosamente sulle tipiche imbarcazioni con struttura in legno e tetto in corda di cocco ancora usate per il trasporto merci come in passato.

L’India attuale è un Paese dove convivono antico e moderno, povertà diffusa e ricchezza con grandi potenzialità nel campo della ricerca, dell’informatica, della tecnologia, e sicuramente Tiziano Terzani ne ha colto l’essenza scrivendo:

“…la prima cosa che feci fu tornare in India

dove la vita è sempre più naturale,

dove l’umanità è ancora la più varia,

dove il tempo è più lungo,

dove il vecchio sopravvive accanto al nuovo e dove vivere e morire sembrano essere una esperienza più antica che in ogni altra parte della terra”.

Marisa Dragonetti

ultimo aggiornamento della pagina: 14 aprile 2019