Aldo Zanettini racconta che l’invito della Dante gli ha riportato prepotentemente alla memoria una passione, un lavoro che lo ha tenuto legato per tanti anni alla Feltrinelli di via Repubblica. Aggiunge che non era questo il suo destino perché gli studi professionali intrapresi da ragazzo sembravano indirizzarlo ad altre scelte, ma l’amore per la lettura, trasmesso dal maestro Burgio, e la sua curiosità a tutto campo gli hanno permesso di superare una selezione di idoneità e di entrare negli anni Settanta nella libreria più innovativa di Parma.
Mentre parla, è evidente che gli passano davanti tanti clienti abituali diventati amici, tante copertine di libri amati e consigliati, tante strategie innovative per avvicinare tutti alla lettura. Non trascura di ricordare i compagni di lavoro, prima di tutti l’inimitabile Belledi, e i proprietari, Gian Giacomo, Inge e Carlo.
Tra i frequentatori più famosi della libreria cita Attilio Bertolucci, i figli Giuseppe e Bernardo e gli attori italiani e stranieri, che hanno soggiornato nella nostra città durante le riprese dei film Novecento.
Le sue parole passano, evocative, tra i presenti e in ciascuno si aprono squarci di vita fatta di studio, curiosità e divertimento.
Aleggia intorno odore di carta; ci si trova magicamente a sfogliare pagine, a toccare una copertina o apprezzare un formato inusuale, ad ammirare la bellezza di un carattere tipografico.
Ognuno di noi ascolta, ma vive in prima persona un elenco di titoli, di frasi, di parole, di personaggi, di storie. Sui libri abbiamo costruito la nostra formazione, spesso la nostra professione, il nostro tempo libero.
Nessuno di noi crede di potere fermare la tecnologia che avanza e che affascina tanto i giovani, ma tutti siamo convinti che in casa nostra i libri avranno sempre uno spazio privilegiato.
Oggi all’Auditorium si è creata un’atmosfera complice, una ‘corrispondenza’ di pensiero, un’identità societaria.
Lori Carpi
ultimo aggiornamento della pagina: 15 aprile 2011