Relatore: Marco Minardi
Per il ciclo dei tradizionali incontri del lunedì e, nello stesso tempo, per il Natale solidale, nella sala conferenze dell’Istituto ISREC Marco Minardi ha intrattenuto il 17 dicembre un pubblico numeroso, nonostante i rigori della giornata, su un argomento interessante e poco approfondito, frutto di una ricerca articolata e tutt’altro che semplice relativa alla vita di numerosi antifascisti parmigiani, molti dei quali furono destinati per anni al confino, fin dal primo periodo del ventennio fascista, in isole allora sperdute nel mare Mediterraneo: Lipari, Ponza, Lampedusa “a ben 14 ore da Porto Empedocle e a sole 6 ore dalla costa africana”.
Numerose sono le testimonianze nelle lettere, spesso censurate o mai inviate, che i confinati mandavano ai loro cari, testimonianze che denunciano aggressioni, arresti pretestuosi, ma soprattutto isolamento.
Di riflesso anche le loro famiglie conobbero abbandono, disagi, perdita degli affetti più cari e del sostegno dei capifamiglia, di conseguenza una povertà senza soluzione.
Nella sua conferenza Minardi è stato affiancato dalle socie Roberta Affanni e Cristina Molinari Tosatti che hanno dato voce alle vittime di quel periodo repressivo leggendo alcuni passi di lettere di confinati come Giuseppe Scalarini, Umberto Pagani, Giuseppe Isola, Enrico Griffith e delle loro donne, mogli e figlie che vissero miseria e umiliazioni. Giovanna Malvisi, moglie di Virginio Barbieri condannato a 18 anni di carcere, nella sua intervista su quegli anni dice accorata “Non voglio più rinnovare quel mio passato”. Adalgisa Brignoli e Annita Isola, moglie e figlia di Giuseppe Isola, sperano in un sussidio o nella possibilità di raggiungere il proprio caro al confino. Paolina Rocchetta, moglie di Guido Picelli, chiede di poter lavorare e difende con forza i propri diritti di moglie e di donna. Camilla Monferdini, infine, con alcuni stratagemmi riesce ad organizzare la traslazione della salma del marito, Enrico Griffith, dal confino a Parma, dove viene tumulato al cimitero della Villetta senza che la burocrazia fascista possa impedirne l’arrivo e il rito funebre.
Nelle lettere di tante altre ancora si coglie soprattutto lo smarrimento e il dolore di madri abbandonate con i loro bimbi da crescere, costrette a chiedere aiuti umilianti al Ministero degli affari interni, aiuti che venivano spesso negati con futili pretesti.
Testimonianze dolorose di un periodo repressivo della libertà da cui emergono soprattutto forti figure di donne dimenticate dalla storia con il loro bagaglio di sofferenza.
Cristina Molinari Tosatti
La conferenza prende le mosse dal libro di Marco Minardi, Nemici in patria, MUP Editore 2018
Alla fine della conferenza i soci si sono riuniti per lo scambio di auguri di Natale. Attorno ad un lungo tavolo imbandito con i dolci e le bevande della tradizione, si sono alzati bicchieri per brindisi, voci, risate in un’atmosfera allegra e sinceramente amichevole.
Ai saluti si è accompagnata la domanda: Quando riapre la Dante nel 2019?
ultimo aggiornamento della pagina: 27 dicembre 2018