Relatrice: Franca Tragni
Franca Tragni ancora una volta, per il ciclo delle tradizionali conferenze del lunedì e, nello stesso tempo, per il Natale solidale, il 10 dicembre, riempie l’auditorium con la sua presenza solare, empatica, magnetica e con la sua voce che sa dare spessore ad ogni singola parola. Il tema è forte ed attuale: la violenza contro le donne.
Tragni passa da un’autrice all’altra, da un testo ad una poesia mettendo in evidenza in quanti modi un uomo può fare sentire una “COSA” la persona che gli sta accanto, e ancora può farle del male fino a picchiarla, sfigurarla, stuprarla, ucciderla. Per malamore.
“O mia o di nessuno”
L’attrice legge Conchita di Gregorio, Mérimée, Franca Rame, Serena Dandini, Mariangela Gualtieri; elenca i terrificanti numeri, in costante aumento, di questa brutale violenza che colpisce tutte, italiane e straniere, colte e poco scolarizzate, lavoratrici e casalinghe, ricche e povere.
Sono i mariti, i compagni e i padri, appartenenti ad ogni classe sociale, che infieriscono sulle loro donne in preda ad un delirante diritto di proprietà.
Al termine Tragni, disponibile come sempre, ha accettato di recitare una poesia scritta da una nostra socia che racconta i gesti d’amore di una coppia felice.
Lori Carpi
Per tutti quelli che hanno apprezzato Mariangela Gualtieri,
posto la poesia “Sii dolce con me”.
Sii dolce con me. Sii gentile.
È breve il tempo che resta. Poi
saremo scie luminosissime.
E quanta nostalgia avremo
dell’umano. Come ora ne
abbiamo dell’infinità.
Ma non avremo le mani. Non potremo
fare carezze con le mani.
E nemmeno guance da sfiorare
leggere.
Una nostalgia d’imperfetto
ci gonfierà i fotoni lucenti.
Sii dolce con me.
Maneggiami con cura.
Abbi la cautela dei cristalli
con me e anche con te.
Quello che siamo
è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei
e affettivo e fragile. La vita ha bisogno
di un corpo per essere e tu sii dolce
con ogni corpo. Tocca leggermente
leggermente poggia il tuo piede
e abbi cura
di ogni meccanismo di volo
di ogni guizzo e volteggio
e maturazione e radice
e scorrere d’acqua e scatto
e becchettio e schiudersi o
svanire di foglie
fino al fenomeno
della fioritura,
fino al pezzo di carne sulla tavola
che è corpo mangiabile
per il mio ardore d’essere qui.
Ringraziamo. Ogni tanto.
Sia placido questo nostro esserci –
questo essere corpi scelti
per l’incastro dei compagni
d’amore.
Mariangela Gualtieri
da “Mio vero”, in “Bestia di gioia”, Einaudi, Torino, 2010
ultimo aggiornamento della pagina: 18 dicembre 2018
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