Puccini, il suo tempo e la sua musica
nel centenario della morte

Conferenza a cura di Laura Minto

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La Gazzetta di Parma dell’8 dicembre 2024 annuncia a pagina 17 la conferenza di Laura Minto su Giacomo Puccini nelle iniziative dei Lunedì della Dante di Parma



Galleria d’immagini del Lunedì della Dante con Laura Minto.
Dobbiamo alla socia della Dante signora Nathalie Giaffreda le fotografie della conferenza del 9 dicembre 2024.



Il 9 dicembre 2024 per i Lunedì della Dante Laura Minto, musicologa e profonda conoscitrice di musica lirica e sinfonica, ha parlato di “Puccini, il suo tempo e la sua musica.”

Il Walzer di Musetta da Bohème, Vissi d’arte da Tosca, Coro a bocca chiusa da Madame Butterfly, Il Walzer della festa danzante da Le Villi sono alcune delle arie che hanno accompagnato l’omaggio al maestro molto amato e rappresentato in tutto il mondo.

Giacomo Puccini nacque a Lucca nel 1858; il padre, professore di composizione musicale, morì quando il figlio aveva solo 5 anni. Studente poco disciplinato ma fantasioso, fu aiutato dallo zio Fortunato Magi, che lo avviò allo studio della tastiera e del canto corale.

Nel 1880 si trasferì a Milano per frequentare il conservatorio dove ebbe come maestro Amilcare Ponchielli. Nel 1883 partecipò ad un Concorso indetto da Sonzogno, in cui presentò Le Villi con libretto del poeta scapigliato Ferdinando Fontana, ma l’opera non fu apprezzata dalla commissione. Fu poi rappresentata sotto il patrocinio di Giovanni Ricordi, al Teatro Dal Verme di Milano dove ricevette un’accoglienza entusiastica. Ne Le Villi, opera con danza, troviamo il germe di tutta la sua futura produzione.Secondo antiche leggende slave, Le Ville sono spiriti di donne morte prima di convolare a nozze e che di notte popolano i boschi dove si vendicano di qualunque uomo facendolo danzare fino allo stremo.

Puccini integrò elementi della tradizione musicale italiana con influenze straniere, studiando Wagner e Debussy sotto il profilo sia armonico sia orchestrale sia per l’uso del leitmotiv. Sentì l’ambiente dei suoi drammi come elemento essenziale, ebbe capacità di calibrare la sceneggiatura con velocità nel racconto ma completa nei dettagli e con la collaborazione dei librettisti Illica e Giacosa riuscì a fondere musica, parole e dramma.

La sua musica è intrisa di realismo ed intensità emotiva come in Tosca, storia d’amore, gelosia, potere e grandi ideali o in Madame Butterfly, geisha ostinata e disperata sino alla morte nel suo amore per il marito e il figlio. Butterfly porta anche in scena il conflitto tra culture diverse, tra Occidente e Oriente, tra stato indipendente e colonialismo. Meno conosciute le opere del trittico: Il tabarro, Suor Angelica, Gianni Schicchi.

Intorno al 1904 iniziò a pensare ad una serie di composizioni in un atto, riprendendo in ognuna una delle tre Cantiche della Divina Commedia, e nel Canto XXX dell’Inferno mette tra i falsari Gianni Schicchi:

L’una giunse a Capocchio, e in sul nodo
del collo l’assannò, sì che, tirando,
grattar li fece il ventre al fondo sodo.

E l’Aretin che rimase, tremando
mi disse: “Quel folletto è Gianni Schicchi,
e va rabbioso altrui così conciando”.

L’ultima sua opera, Turandot, con due protagoniste femminili, Turandot e Liù, mescola melodie tradizionali cinesi e moderne armonie. Turandot è fredda, spietata e apparentemente incapace di amare, mentre Liù dolce ma fiera e coraggiosa, innamorata fino alla follia. “Qui termina la rappresentazione perché a questo punto il maestro è morto” – pronunciate queste parole, il 25 aprile 1926, Toscanini deponeva la bacchetta e interrompeva con la morte di Liù la prima esecuzione dell’opera al Teatro della Scala di Milano.

Puccini fu criticato da alcuni intellettuali dei primi del ‘900 che sostenevano facesse “opere per il popolo” ma ancora dopo un secolo la sua musica continua ad essere fonte di ispirazione non solo per musicisti ma per ogni essere umano che apprezza la profonda umanità e la complessità emotiva delle sue opere, del modo in cui le sue melodie continuano a toccare le corde dell’anima di chi ascolta.

Un grande applauso e la richiesta di ritornare hanno concluso la conferenza di Laura Minto.

Bravissima Laura.

Marisa Dragonetti



La Gazzetta di Parma del 19 dicembre 2024 ha dedicato a pagina 21 un ampio articolo a commento della conferenza di Laura Minto su Puccini, nel quadro degli eventi dei “Lunedì della Dante”

ultimo aggiornamento della pagina: 19 dicembre 2024