Tre volte al tramonto.
Il mondo delle guaritrici

Relatori: Mario Ferraguti e Andrea Rossi

Ferraguti e Rossi hanno presentato il 26 novembre un film sulle guaritrici dell’Appennino tosco/emiliano, un lavoro costato circa cinque anni di ricerche e interviste alla scoperta di un sapere millenario, tramandato fin da epoche remote solo oralmente, ma tuttora vivo.
Ci hanno raccontato che la guaritrice dà un nome e un corpo al male per convincerlo con dolcezza a spostarsi dal malato utilizzando la parola (rime, canti, reiterazioni), oggetti semplicissimi (croci o cerchi di metallo, piattini con olio, candele) grasso di maiale o erbe raccolte in ore e giorni stabiliti e con precise proprietà; la guaritrice non vuole offenderlo ma solamente invitarlo a spostarsi altrove, in un altro mondo, attraverso una via di fuga lasciata appositamente aperta. Il tramonto è il momento migliore per intervenire; quando le ombre si allungano, ma resiste ancora la luce, si possono fare grandi cose.
Spesso la Chiesa e la medicina sono state feroci nei confronti di queste donne (sono infatti per la maggior parte donne) per timore della loro forza e della capacità di prendersi cura dell’altro infragilito, impaurito, malato, isolato.
La “medgon’na” interviene per raddrizzare una storta, guarire l’herpes o la risipola [n.d.r.: un’infezione acuta della pelle, causata da batteri], cacciare la paura o l’invidia seguendo due percorsi paralleli: “Io ti segno, ti scaccio, ti mando via” e, per evidenziare le sue intenzioni benefiche, “Io prego la SS. Trinità che ti restituisca la sanità”.
Ogni guaritrice incontrata ha raccontato il suo operato con più o minori dettagli (forse per custodire il suo potere o per rispettarlo, forse per gelosia), ha mostrato gli oggetti usati, ripetuto le formule e le preghiere. Ha chiarito che non segna mai per denaro, ma accetta solo piccoli doni.
Queste pratiche spesso vengono ripetute tre o più volte secondo un rituale antico finché il male non è stato vinto, raccolto e gettato via, nel fuoco o nell’acqua corrente al fine di farlo andare il più lontano possibile dal malato.
Qualcuna racconta che il potere si ottiene nella notte di Natale o della Epifania, durante il battesimo, ricevendo nella mano destra un pezzo di carbone, una forchetta, una rosa, una moneta d’argento o il fiore della paura: simboli dei mali da poter segnare in futuro. Altre con gli stessi simboli trasmettono il potere ad un parente o un vicino che ritengono idoneo.
La guaritrice è una persona semplice, ma durante la segnatura riesce a recuperare l’anima dispersa, lenire il disagio psicologico, forse anche inconsapevolmente cerca di riportare il malato nella società da cui era uscito per la paura di non essere più in grado di far nulla.
Ferraguti e Rossi ci hanno mostrato un mondo magico e affascinante, che tuttavia non ha rivelato ancora tutta la propria verità.

Lori Carpi

ultimo aggiornamento della pagina: 4 dicembre 2018

 

 

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