Visita all’APE Museo di Parma
con mostra In punta di matita

Allestimento dedicato al Maestro Amedeo Bocchi

La Dante di Parma nel pomeriggio del 15 marzo 2024 si è recata all’APE Museo per vedere la mostra dei disegni di Amedeo Bocchi “In punta di matita”. Un percorso artistico interessantissimo, anche per la preziosa guida della signora Valeria, che alla fine ci ha accompagnato nelle altre sale dei dipinti come complemento della visita.

Un ringraziamento alla dottoressa Carla Dini per la splendida occasione che ci ha offerto.



Amedeo Bocchi nasce a Parma nel 1883, figlio di Clelia Cacciani e Federico Bocchi, era terzo di sette fratelli. All’età di dodici anni viene iscritto dal padre al Regio Istituto di Belle Arti di Parma con lo scopo di lavorare come decoratore presso l’azienda di famiglia. Diplomatosi nel 1901 col massimo dei voti, l’anno successivo si reca per la prima volta a Roma dove frequenta la Scuola Libera di Nudo su consiglio del suo insegnante Cecrope Barilli. Nella capitale, dove trascorre il resto della sua lunga vita, conosce numerosi artisti italiani e straneri.Inoltre, consolida la sua capacità di disegno.. Nello stesso periodo, installa il suo primo studio in Rione Macao insieme all’amico incisore Renato Brozzi.

Nel 1906 Amedeo sposa Rita Boraschi (sua compagna di studi a Parma) e nel 1908 nasce Bianca, la prima e unica figlia dell’artista. L’anno successivo la moglie muore.

Nel 1910 Bocchi è ammesso con due dipinti alla Biennale di Venezia. Proprio in quell’anno, Bocchi si trasferisce a Padova al seguito di Achille Casanova impegnato a decorare l’interno della basilica di Sant’Antonio per specializzarsi nella tecnica dell’affresco.

Nel 1911, nel corso dell’esposizione nazionale di Roma per il cinquantenario dell’Unità d’Italia, Bocchi realizza, in collaborazione con Latino Barilli, Daniele de Strobel e Renato Brozzi, la ricostruzione della Camera d’Oro, affrescata nel XV secolo da Benedetto Bembo, del Castello di Torrechiara, ricostruita nella mostra etnografica. Si reca poi a Terracina che gli ispirerà no le famose terellane, con i larghi cappelli bianchi e il viso abbronzato.

Nel 1912 riceve la medaglia d’oro del Ministero della pubblica istruzione per il dipinto Le tre Marie.

Fra il 1913 e il 1915 utilizza le conoscenze nel campo dell’affresco per l’importante commissione affidatagli dalla Cassa di Risparmio di Parma per la decorazione della Sala del Consiglio della sede centrale di Parma, dedicata al tema del risparmio, qui realizza una trilogia di affreschi: “Il Risparmio”, “La Protezione” e “La Ricchezza”. È riconosciuta come uno dei più importanti modelli Liberty in tutta Italia.

Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, nel 1915, si trasferisce definitivamente a Roma in una delle case-studio messe a disposizione degli artisti da un ricco alsaziano di lingua francese, Alfred Wilhelm Strohl, all’interno del parco che da lui aveva preso il nome: Villa Strohl-Fern. Lì Bocchi trascorre il resto della sua vita realizzando una serie di capolavori tra i quali i pregevoli nudi femminili, i verdi parchi e i viali color glicine.

In tale contesto, si arricchisce tramite il confronto con pittori romani e stranieri. Sviluppando sempre e comunque un proprio stile, guarda con curiosità al divisionismo, al simbolismo e al liberty.

Nel 1919 Amedeo Bocchi sposa, in seconde nozze, Niccolina Toppi, una giovane modella di Anticoli Corrado. Seguono anni di felicità e di crescente successo: ancora la Biennale, la nomina ad Accademico di San Luca, la medaglia d’oro per il dipinto Bianca in abito da sera alla mostra di Monza del 1926.

La famiglia è protagonista predominante delle sue tele: i genitori, le mogli, la figlia. Attraverso l’indagine dei volti ripercorre nelle sue tele un diario personale.

Altre difficoltà familiari colpiscono però l’artista: nel 1923 muore la seconda moglie Niccolina e nel 1934 sua figlia, a soli 26 anni.

Nel 1967 l’Accademia di San Luca gli dedica la prima importante mostra retrospettiva. Con il dipinto Nel parco, nel 1972, partecipa alla rassegna della pittura figurativa nel contesto della X Quadriennale romana. Nello stesso anno il Presidente della repubblica gli conferisce la medaglia d’oro dei benemeriti della cultura e dell’arte.

Negli ultimi anni che seguono si aprono nuovi orizzonti e forme da sperimentare, con colori più acidi e forti, corpi e forme meno definiti. Continua a cercare nuovi orizzonti e modi di concepire l’arte fino alla morte che avviene nella sua casa-studio di Villa Strohl-Fern il 16 dicembre del 1976. Sul cavalletto viene ritrovato un quadro incompiuto, Il giardiniere, segno della sua inesausta passione per la pittura che lo ha accompagnato fino alla fine dei suoi giorni. Quest’ultimo fa parte del patrimonio artistico di APE Parma Museo.



Galleria d’immagini della visita all’APE Museo di Parma del 15 marzo 2024.
Per le fotografie la Dante di Parma è debitrice alla socia signora Nathalie Giaffreda.

ultimo aggiornamento della pagina: 16 marzo 2024