Accompagna la prof.ssa
Ines Bacchi Pescaroli
Davanti a noi, solo una ormai sbiadita targa di marmo sul muro di mattoni del Palazzo dell’Imperatore, testimonianza della gigantesca costruzione dell’Anfiteatro romano. I resti rimangono a 3,5 metri di profondità, in corrispondenza dell’area dell’attuale Convitto Maria Luigia fra Borgo Lalatta e via Fra’ Salimbene, mentre molti marmi e pietre sono stati reimpiegati per altri edifici. Costruito in età augustea, orientato ad est fuori dalla città con l’asse maggiore parallelo al cardo e quello minore al decumano, ellittico con dimensioni di 135×105 metri, verrà distrutto nel VI sec. d.C e nel VII inglobato nel Palazzo dell’Arena dai Longobardi.
Il 19 aprile 2017 ci ha accolto Ines Bacchi Pescaroli, preparata, colta e appassionata di Storia dell’Arte. Con entusiasmo e vivacità ci ha accompagnato lungo il percorso, ha dilatato spazio e tempo, ha giocato con la nostra capacità di immaginazione, proiettandoci nel passato da protagonisti di un affascinante mondo virtuale.
Mescolati alle altre migliaia di spettatori, occupando sulle gradinate un posto ben preciso secondo la classe sociale, abbiamo assistito a giochi, lotte tra gladiatori e belve, abbiamo visto scorrere sangue nei canali verso le cloache, abbiamo camminato in mezzo a carri, cavalli e bighe, tra le tabernae e i postriboli dei dintorni.
Poi siamo giunti al Teatro, anch’esso monumentale (raggio di 40 metri) in piazzale Sant’Uldarico: anche qui solo una targa in marmo come testimonianza.
L’edificio doveva avere il prospetto a “Palazzo” di tre piani con la facciata rivolta verso la città in piazzale Santafiora, mentre il muro perimetrale semicircolare seguiva il movimento della cavea a gradinate. Davanti al ricco e ornato fondale scenico si sviluppava il palco dove si svolgevano spettacoli comici, satirici e tragici. C’erano musica, canti e balli, pantomime e orazioni…
Parma, unica con Rimini ad avere un anfiteatro e un teatro.
Abbiamo quindi camminato verso il Foro, passando per l’area del Cortile delle Orsoline, dell’Università e della chiesa di San Rocco, identificata come spazio adibito alle Terme, gigantesco edificio pubblico con libero accesso a tutti i ceti sociali, acqua perennemente riscaldata, spogliatoi, sale di massaggi, biblioteca.
Quindi il Foro, oggi piazza Garibaldi, dove si svolgeva la vita sociale della città.
Era centro religioso con un tempio dedicato alle Triade Capitolina, che sorgeva dove ora si trova la chiesa di San Pietro, e con un’ara dedicata ad una divinità agreste nel lato sud; centro amministrativo e politico con la Curia situata oltre l’attuale Comune; centro giudiziario – economico (Basilica) posto in corrispondenza del Palazzo del Governatore e, infine, centro culturale (Biblioteca) ad ovest nei pressi della Banca nazionale del Lavoro.
Negli occhi una continua proiezione di immagini, ricostruite da una precisa e viva descrizione della guida.
Nemmeno il traffico della città è riuscito a distogliere l’attenzione. Dentro di noi le vibrazioni di un mondo riaffiorato per alcune bellissime ore.
Magia delle parole.
Luciana Beghè
ultimo aggiornamento della pagina: 23 maggio 2017